Alla scoperta del patrimonio naturalistico di Molentargius

Con le Acli, alla scoperta del patrimonio naturalistico di Molentargius

Alla scoperta del patrimonio naturalistico di Molentargius.

C’è un grande patrimonio di biodiversità al Parco di Molentargius, che comprende una spiaggia fossile, filari di olivi, olivastri, specie della macchia mediterranea e tutta la vegetazione tipica delle zone umide. Ma il parco, zona umida protetta dalla convenzione di Ramsar, è allo stesso tempo la culla di un grande patrimonio immateriale, storia e tradizioni gastronomiche e artigianali, condiviso con le altre zone Ramsar del Mediterraneo.

Scoprire e valorizzare questi aspetti antropici del parco, parallelamente a quelli floro-faunistici, è l’obiettivo delle attività promosse dalle Acli della Sardegna nell’ambito del progetto Salvaguardia e valorizzazione della biodiversità tra passato remoto e presente nel Parco naturale regionale Molentargius-Saline, finanziato dalla Fondazione con il sud. All’interno di questo progetto di durata biennale, infatti, le Acli della Sardegna intendono promuovere delle attività che mirano a far emergere le potenzialità del Parco quale occasione di inclusione delle comunità di immigrati del Nord Africa accomunati dalla presenza di zone Ramsar nei paesi di provenienza.

Questa mattina, sotto la guida di esperti del Parco e del circolo Legambiente di Cagliari, alcuni volontari delle Acli e otto ragazzi stranieri ospiti dell’associazione Amal Sardegna- Marocco, hanno visitato il Parco Molentargius- Saline. La mattinata è stata un’occasione per scoprire le sue bellezze naturalistiche e, grazie alla presenza dei giovani provenienti da diversi paesi africani, per conoscere gli aspetti floro-faunistici che questo parco ha in comune con altre zone umide del Mediterraneo e dell’Africa.

La visita ha avuto inizio nel fabbricato Sali Scelti. Seguendo a ritroso l’antico percorso di estrazione del sale, il gruppo si è spostato a piedi verso il Ricovero dei forzati; diverse le specie animali, soprattutto uccelli, che popolano le caselle delle saline: fenicotteri rosa, cavalieri d’Italia e avocette sono gli inquilini principali di queste vasche. Dal Rollone, nei pressi del quale si trova il Ricovero dei Forzati, i visitatori hanno proseguito verso l’interno del parco, in direzione della spiaggia fossile, detta anche dagli esperti “Paleo-spiaggia”. Questa parte del parco, pur configurandosi come una semplice zona verde, interamente ricoperta di vegetazione tipica delle zone prossime al mare, nasconde in realtà un passato marino. Cento-centocinquantamila anni fa, infatti, il mare occupava quegli spazi nei quali oggi si possono vedere dei cumuli di terra e pietre disposti in strati ben definiti, segno che l’acqua in questo punto ha lavorato a lungo. Tante le piante che si trovano lungo il cammino: mirto, erica, artemisia, salicornia, olivastri, piante di lentischio, asparagina e la più famosa opuntia ficus indica, il comune fico d’India.

Salvaguardia e valorizzazione della biodiversità tra passato remoto e presente nel Parco naturale regionale Molentargius-Saline, è un progetto a cura di Associazione Parco Molentargius, Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline, Università di Cagliari, ACLI Sardegna, Legambiente Circolo di Cagliari, Circolo Kayak le saline, Scout Agesci San PIO X, Comune di Elmas e finanziato dalla Fondazione con il Sud.

Alla scoperta del patrimonio naturalistico di Molentargius.

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