I sardi e i temi ambientali

L’estate del 2023 ha riportato alla ribalta le tematiche ambientali: non solo le tematiche tipicamente estive, come gli incendi, ma anche il tema dello smaltimento illecito di rifiuti, la dislocazione dei grandi impianti di energie rinnovabili, lo sviluppo costiero.
L’indagine SWG-IARES (Istituto ACLI per la Ricerca e lo Sviluppo) del 2023 ha analizzato anche il rapporto tra i sardi e l’ambiente. La stessa indagine ha messo in evidenza come il tema ambientale sia solo al sesto posto tra le preoccupazioni dei sardi, con appena quattro sardi su 10 che lo citano.

Chiedendo ai sardi quale pensano sia l’attenzione delle persone che vivono nella propria area nei confronti di alcuni temi ambientali, emerge che la maggior parte dei maggiorenni residenti in Sardegna intervistati nell’indagine dà prevalentemente una valutazione di interesse medio-alto su tutti i temi indicati. Ben oltre la metà degli intervistati indica che le persone dell’area in cui vivono riservano un’attenzione media e alta ai diversi temi proposti. L’attenzione medio-alta più elevata, l’86%, oltre 8 sardi su 10, viene associata al riciclo e alla raccolta differenziata di rifiuti; segue col 74%, l’impegno verso la tutela dell’ambiente e della natura, seguito dal 73% il controllo verso qualità e provenienza degli alimenti e il risparmio energetico. Quattro punti sotto vi sono i sistemi in grado di produrre energie alternative (pannelli solari, …), e chiude col 67%, l’acquisto di prodotti realizzati in maniera ecosostenibile (km.0).
Il riciclo e la raccolta differenziata di rifiuti è il tema che raggiunge la percentuale più elevata di attenzione alta, il 39%, quasi 4 sardi su 10: i più recenti dati ISPRA (2021) indicano che la Sardegna è la seconda regione in Italia col il 74,90% di raccolta differenziata, con tutte le province sopra il 70% (target previsto al 2030 imposto dal Parlamento Europeo nel marzo del 2017 nel Pacchetto sull’Economia Circolare).
Nel 2021, 121 comuni su 377 (il 32% dei comuni sardi) hanno un livello di raccolta differenziata superiore all’80% e 146 (39%) raggiungono almeno il 75%. Solo 26 comuni non raggiungono il 70% di raccolta differenziata.
Nonostante questi risultati lusinghieri, tuttavia, rimane forte il problema delle discariche abusive, fenomeno frequente, sia nell’esperienza comune che nella rassegna stampa regionale, ma testimoniato anche dal fatto che la presenza di discariche abusive è indicata come una delle pressioni principali nei Piani di Gestione delle Aree Natura 2000 e dei parchi naturali. E infatti, l’impegno verso la tutela dell’ambiente e della natura riceve attenzione alta solo per il 20% degli intervistati, mentre oltre la metà (54%) indica un’attenzione media e un 26% (quindi un quarto degli intervistati) dichiara di ritenere che le persone dedicano un’attenzione bassa a questo tema.

In Sardegna, solo il 19,9% del territorio è un’area protetta, considerando parchi nazionali e regionali e aree Natura 2000, ben distanti dal target del 30% al 2030 previsto sia dalla Direttiva Europea sulla biodiversità al 2030 che dalla Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile, sebbene diversi processi per l’istituzione di nuovi parchi siano in corso, e siano presenti sei Aree Marine Protette (e altre sono in via di istituzione) (ISTAT-BES). I dati provinciali indicano una realtà molto diversificata con l’area metropolitana di Cagliari che raggiunge il 29,4%, la provincia del Sud Sardegna il 20,6%, la provincia di Oristano il 15% e quella di Sassari il 14,3%; la provincia di Nuoro raggiunge il 27,3%, ma nell’elenco ufficiale dei parchi nazionali risulta l’istituito Parco del Gennargentu che, però, non ha mai dato vista agli strumenti operativi previsti dalla normativa. L’assenza di una normativa regionale per la tutela degli endemismi e della flora e la gestione faunistica, in capo alle attuali province, sono da troppi anni dei nodi che occorre sciogliere per gestire alcuni dei conflitti già emersi o latenti attorno a questi temi.

Il risparmio energetico riceve la seconda percentuale più elevata di attenzione alta, il 21%, con il 52% di attenzione media, ma con un 27% di attenzione bassa. Non è un caso se l’attenzione alta nei confronti della produzione delle energie alternative è percepita solo dal 16% degli intervistati (con un 53% di attenzione media) ma un 31% di attenzione bassa. Nel 2021, il 39% dei consumi di energia elettrica in Sardegna è da fonte rinnovabile (ISTAT-BES, 2022), una situazione intermedia tra le regioni e province con le produzioni massime (a nord quelle con una forte produzione idroelettrica e a sud quelle con forte presenza di fotovoltaico ed eolico), con una produzione fotovoltaica che negli ultimi anni pesa per il 25%-26%, a fronte di 74%-75% ancora prodotta col termoelettrico (TERNA, 2022). L’attenzione nei confronti dell’ambiente, soprattutto oggi che l’obiettivo è il consolidamento di circuiti di economia circolare, si esplica anche attraverso gli acquisti. Solo due sardi su dieci ritengono che le persone prestino attenzione elevata al controllo verso qualità e provenienza degli alimenti e meno di due sardi su dieci ritengono che i sardi abbiano un’attenzione elevata nell’acquisto di prodotti realizzati in maniera ecosostenibile (km 0).

Le intervistate di sesso femminile indicano un’attenzione alta più elevata per il risparmio energetico (25% contro il 18% degli uomini), nell’impegno verso la tutela dell’ambiente e della natura (21% contro 18%) e nel controllo verso la qualità e la provenienza degli alimenti (22% contro 17%). Gli uomini ritengono che si presti attenzione elevata soprattutto nel riciclo e raccolta differenziata dei rifiuti (40% contro il 38% delle donne). Per tutti i temi, emerge che sono i giovani tra i 18 ed i 34 anni quelli a ritenere che le persone attorno prestino bassa attenzione ai temi ambientali; tale percentuale decresce nella fascia 35-54 anni e scende ancora per gli over 54. Unica eccezione è il controllo verso la qualità e la provenienza degli alimenti dove ci sono minime differenze nelle diverse fasce d’età per quanto riguarda la bassa attenzione. Per quanto riguarda l’attenzione elevata, cresce al crescere dell’età per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, mentre cala al crescere dell’età per le energie rinnovabili. Le persone che indicano di essere in una situazione di difficoltà economica hanno sempre una percezione inferiore alle altre categorie dell’attenzione alta riservata ai temi ambientali e la percezione più elevata di un’attenzione bassa per questi temi. Per quanto riguarda la collocazione politica, non si notano costanti o differenze rilevanti se non per la raccolta differenziata, dove gli elettori di destra/centrodestra indicano un’attenzione alta nei confronti del riciclo e della raccolta differenziata dei rifiuti nel 48% dei casi, contro il 35% degli elettori di centro e i non collocati e il 38% degli elettori di sinistra/centrosinistra.

Oggi 12 settembre è la giornata internazionale senza sacchetti di plastica, che cerca di sensibilizzare sull’impatto ambientale della plastica, in particolare di quella monouso utilizzata per gli imballaggi che sono tra i rifiuti che più facilmente vengono dispersi nell’ambiente e che contribuiscono all’inquinamento da microplastiche: gli studi medici più recenti hanno individuato microplastiche negli organi umani e anche nella placenta. Si stima che ogni settimana ogni individuo ingerisca circa 10 grammi di plastica, pari al quantitativo contenuto in un bancomat. Per questo motivo le campagne di sensibilizzazione al tema diventano sempre più capillari e includono – solo per citare la più recente – anche i contenitori di plastica usati per l’acquisto di frutta e verdura. Ma se da una parte si spinge verso forme di “boicottaggio”, dall’altra si cercano soluzioni che incentivino un corretto conferimento di alcune frazioni merceologiche che possono essere riutilizzate a costi ridotti. In numerosi paesi europei, sono tuttora in vigore o sono stati reintrodotti sistemi di deposito su cauzione che prevedono il pagamento di un surplus sul prezzo d’acquisto che viene restituito nel momento in cui l’imballaggio viene restituito al venditore o correttamente conferito, tramite erogazione diretta della cifra o di un buono o buono sconto spendibile in negozi affiliati all’iniziativa o sponsor della stessa. Proprio di cauzione ci ervamo occupati in giugno, analizzando questo aspetto dei dati raccolti.

Vania Statzu

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