La Sardegna in piena emergenza demografica

Sabato 8 agosto 2015 le Acli di Gesico, in occasione della festa dell’emigrato 2015, hanno organizzato in collaborazione con le Acli della Provincia di Cagliari e con il CREI Acli il convegno sul’“Emigrazione, immigrazione e spopolamento in Sardegna”.

Nel corso del convegno sono stati presentati i primi dati della  ricerca Acli sul fenomeno dello spopolamento e dei flussi migratori, che riguarda soprattutto i piccoli centri delle zone interne della Sardegna. Ma l’incontro è stato un’occasione per discutere, numeri alla mano, delle difficoltà dei giovani sardi nel trovare un lavoro e dei motivi che spingono tanti di loro ad emigrare.

Dai dati presentati emerge che la Popolazione della Sardegna al 1 gennaio 2015 era pari 1.663.286 abitanti, 815.035 maschi e 848.251 femmine.

Sul fronte dello spopolamento, basti pensare che, nel corso del 2014, sommando il saldo naturale (la differenza tra i morti e i nati, negativo per circa l’80% dei comuni sardi) e il saldo migratorio (la differenza tra i residenti acquistati e quelli persi) si sono persi 573 abitanti, compensati non a caso dalla crescita di Cagliari (+1098), e Olbia Tempio (+1.432), mentre tutte le altre province sarde, hanno fatto registrare dei saldi negativi: Sassari (-382), Oristano (-868), Nuoro (-567), Carbonia Iglesias (-694), Medio Campidano (-535) e Ogliastra (-57)

Nel corso del 2014 si stima che siano stati oltre 7.200 gli emigrati sardi che hanno deciso di lasciare l’Isola per  trasferirsi all’estero (Gran Bretagna e Germania) e in altre regioni italiane ( Lombardia e Lazio).

L’emergenza demografica è compensata in parte dai cittadini stranieri che decidono di vivere  in Sardegna, nel corso del 2014 sono stati 45.079, 2920 persone in più rispetto al  2013.

Per il presidente delle Acli provinciali di Cagliari, Mauro Carta, coordinatore della ricerca realizzata in questi anni dalle Acli sui flussi migratori, “discutere di spopolamento e di flussi migratori è importante, perché tutti insieme dobbiamo trovare delle soluzioni e dei programmi per contrastare questa situazione di emergenza, sono sempre di più i giovani sardi che lasciano l’Isola per cercare un lavoro all’altezza delle loro competenze. I giovani partono perché vogliono essere valorizzati e sono pronti per la mobilità internazionale – spiega Carta – mentre la Sardegna assiste per lo più indifferente all’allontanamento progressivo delle sue energie migliori.”

“I piccoli paesi assistono passivamente a questo fenomeno, per questo motivo nelle prossime settimane sarà presentato un progetto sperimentale delle Acli, “l’osservatorio permanente dello spopolamento e dei flussi migratori” che coinvolgerà tanti piccoli comuni della Sardegna. Si partirà dallo studio e dall’analisi di ciascuna comunità e in collaborazione con gli attori locali saranno  proposti nuovi strumenti e programmi per contrastare il fenomeno”.

11 agosto 2015

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