Lavoratori domestici in Sardegna: 2571 occupati in più nel 2015

Da alcuni anni le Acli provinciali di Cagliari stanno analizzando e monitorando la situazione dei lavoratori domestici in Sardegna, con l’obiettivo di favorire l’adeguamento culturale e normativo ai mutamenti in atto nella società.

Nuove e costanti trasformazioni sociali stanno modificando gradualmente i bisogni assistenziali delle famiglie, rendendo ormai necessario un rinnovamento dell’intero sistema regionale e nazionale di welfare. Questi cambiamenti incidono sul fronte occupazionale; si amplia, infatti, il ventaglio di competenze richieste ai lavoratori del settore domestico, in vista delle mansioni sempre più specifiche che essi sono chiamati a svolgere all’interno delle famiglie.

La Sardegna, secondo i dati diffusi dall’Inps relativi al 2015, assorbe la maggior parte dei lavoratori domestici dell’intero Paese, la cui presenza arriva a toccare una percentuale pari al 16,4%. Nel triennio 2013-2015, i lavoratori domestici di nazionalità italiana operanti nell’isola sono in aumento – da 32.558 a 35.129, mentre sono in calo quelli stranieri – da 10.415 a 9.612.

Nel 2015, nell’isola, il numero complessivo dei lavoratori domestici – italiani e stranieri – ha raggiunto la quota di 44.741, con una netta maggioranza di femmine (92,20%) rispetto ai maschi (7,80%).

Secondo Mauro Carta, Presidente provinciale delle Acli di Cagliari “sono ben note le profonde richieste che le trasformazioni sociali vanno ponendo in termini di nuovo sistema di welfare nell’erogazione di servizi alle famiglie e di conseguenza nell’impatto sulle lavoratrici e lavoratori del settore, che sono andati via assumendo funzioni diversificate e per lo più sussidiarie. Infatti, nonostante la perdita di potere d’acquisto delle famiglie – conclude Carta – il lavoro privato di cura rimane una risposta essenziale alla non autosufficienza di tante persone”.

Sintesi lavoratori domestici 2015

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