Le Acli sarde incontrano l’ambasciatore del Kirghizistan

“Un incontro al quale abbiamo dedicato un tempo molto più lungo del previsto per il grande interesse che la vostra esperienza ha suscitato in me” questo il commiato di S.E. Bazarbaev Taalai Cholponbekovich l’ambasciatore del Kirghizistan in Italia accompagnato da una delegazione di altro profilo in vista in Sardegna dove risiede una comunità di quasi 2000 persone. La delegazione delle ACLI era formata dal vicepresidente regionale Mauro Carta, dal segretario generale Silvio Lai e dal presidente delle Acli di Cagliari Giacomo Carta.

“Innanzitutto il ringraziamento alle ACLI sarde per la loro continua disponibilità a dare assistenza ai cittadini kirghizi” ha aperto l’incontro ufficiale l’ambasciatore kirghizo in Italia, fissato subito dopo quello con il sindaco della città metropolitana. Una disponibilità ampia e apprezzata tanto che la comunità kirghiza a Cagliari ha scelto le ACLI e la sede di via Roma 173 a Cagliari per la registrazione dei cittadini e come seggio per le votazioni delle elezioni presidenziali.

Il Kirghizistan, ufficialmente Repubblica del Kirghizistan è uno Stato indipendente dell’Asia centrale, senza sbocco al mare. Confina con Cina, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan.

La capitale e città più importante è Biškek, chiamata Frunze durante il periodo sovietico. La superficie è poco meno di 200000 km², la popolazione ammonta a 5 550 239 abitanti (stima 2010). Dal 1936, con il nome di Repubblica Socialista Sovietica Kirghisa, fu una Repubblica federata dell’Unione Sovietica fino al 1991, anno in cui divenne indipendente dall’URSS, dal 1992 è membro delle Nazioni Unite.

I kirghisi costituiscono il 72,6% della popolazione (dati 2014), per il resto formata da uzbeki (14,4%), concentrati perlopiù nella valle di Fergana, russi (6,4%) che vivono principalmente nella capitale e in altri centri industriali, ucraini, tatari e tedeschi. Le tensioni fra uzbeki e kirghisi per la distribuzione di terre e case sfociò, nel 1990, in violenti scontri che causarono la morte di oltre 200 persone, nonché nel 2010, ufficialmente 191, ma almeno 2000 secondo la presidentessa ad interim Roza Otunbayeva.

La religione maggioritaria è quella musulmana seguita da circa il 90% della popolazione. Circa il 7% della popolazione è di religione cristiana, di cui il 3% cristiana ortodossa, mentre altre religioni sono il 3% (soprattutto ebrei, buddisti e baha’i).

Il Kirghizistan è una delle due ex repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale (assieme al Kazakistan) ad aver mantenuto il russo come lingua ufficiale dopo l’indipendenza, affiancandogli il kirghiso – appartenente al gruppo delle lingue turche – e rendendo il Kirghizistan un paese bilingue. Questa decisione fu un chiaro segnale di benvenuto nel nuovo paese indipendente per i russi etnici residenti, uno sforzo per ridurre l’inevitabile fuga di cervelli.

Il kirghiso appartiene al gruppo delle lingue turche e fino al XX secolo veniva scritto in alfabeto arabo. Nel 1928 si passò all’alfabeto latino, che ebbe vita breve: nel 1941 venne rimpiazzato dal cirillico. In generale, la popolazione in tutto il paese capisce e parla il russo, eccetto in alcune aree remote di montagna; il russo è la lingua madre della maggior parte degli abitanti di Biškek, e la maggior parte degli affari economici e politici sono condotti in questa lingua. Fino a poco tempo fa, il kirghiso era una lingua da parlare in ambito familiare e veniva usato raramente durante i convegni o altri eventi ufficiali. Tuttavia oggi la maggior parte degli incontri parlamentari sono condotti in kirghiso, con traduzione simultanea per chi non conosce questa lingua.

I kirghisi emigrati in Italia sono sopratutto badanti addetti alla cura delle persone ma in Sardegna si sta rafforzando una comunità più ampia con famiglie che si riuniscono e che decidono di rimanere in Sardegna.

La comunità kirghisa un Sardegna, ufficialmente di quale decina di persone è in realtà cresciuta notevolmente e oggi è stimata in oltre un migliaio di persone tanto che il Paese sta prevedendo la scelta di un console. Il rapporto con le ACLI di Cagliari si è sviluppato negli ultimi anni con la presidenza di Mauro Carta che ha esteso i tanti servizi storici e innovativi offerti nel territorio alla comunità asiatica. “Con la comunità kirghisa abbiamo un rapporto che si è creato negli anni e che continuerà ad essere profondo” ha detto Mauro Carta. Grazie alle ACLI e all’accompagnamento del servizio d’impresa in città è stato aperto un ristorante kirghiso molto apprezzato e ricercato.

“Noi siamo molto interessati all’esperienza delle ACLI e sarebbe per noi un onore ospitarvi nel nostro Paese per promuovere da noi un’esperienza associativa non profit come quella delle ACLI,” ha concluso S.E. Bazarbaev Taalai Cholponbekovich raccogliendo la proposta del segretario generale di estendere il rapporto di amicizia con le Acli sarde anche con le Acli in Italia e in Europa.

L’ambasciatore ha affermato come le imprese italiane e sarde possano esportare nel paese un know-how altamente qualificato e come l’economia dello stato kirghiso possa indubbiamente beneficiare di questo apporto. Al contempo, le imprese italiane potrebbero avvalersi del vantaggio di entrare nel mercato interno di uno stato con una crescita costante e che gode di un rapporto privilegiato con la Federazione russa.

Il Kirghizistan possiede un’industria principalmente estrattiva – ha sottolineato Bazarbaev Taalai Cholponbekovich – e vorrebbe crescere dal punto di vista dello sfruttamento delle proprie risorse sviluppando un mercato energetico nazionale che necessita però di un supporto tecnologico. Ed è proprio qui che le imprese italiane e sarde potrebbero ritagliarsi la propria porzione di mercato all’interno dell’emergente stato del Kirghizistan. Ma a noi non interessa solo lo scambio economico tradizionale ma anche quello portato dall’economia civile..

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