Manchester: 62enne sardo lasciato morire di fame

Dal quotidiano “L’Unione Sarda” del 31 marzo 2019, riportiamo l’articolo di V.F. su una triste vicenda che risale al 2016 ma rivelata dai quotidiani inglesi solo qualche giorno fa.

Era caduto e aveva battuto la testa. Per questo Giuseppe “Joe” Ulleri era stato ricoverato al Manchester Royal Infirmary. Ma qui, in questo ospedale, Joe è morto perché per quasi venti giorni non sarebbe stato alimentato dal personale sanitario. L’episodio risale al 20 marzo 2016 ed è tornato d’attualità grazie all’inchiesta aperta dal coroner di Manchester su sollecitazione della famiglia e ora finita su diversi quotidiani d’Oltremanica e davanti alla giuria in un processo. Ulleri, affetto da  sindrome di down, aveva 62 anni ed era figlio di una coppia di emigrati sardi trasferitasi nel Lancashire subito dopo la seconda guerra mondiale.

Il dolore del fratello

Giovanni Ulleri, fratello di Joe, ha raccontato il suo dolore davanti ai giurati: “È morto nella maniera più orrenda. Mio padre Pietro se n’è andato poche settimane dopo perché non ha retto a questa tragedia. Joe era un uomo buono che sapeva farsi benvolere“. La giuria ha concluso che  il paziente è “deceduto per gravi mancanze nella cura generale“. Una vera e propria accusa.

Le cause della tragedia

Tecnicamente, Joe è morto per polmonite da aspirazione ed embolia polmonare. Cioè, il cibo con cui veniva alimentato è finito nei polmoni determinando una grave infezione. La conferma alle tesi accusatorie è arrivata da un consulente del coroner che ai giurati ha spiegato nei dettagli cosa è accaduto in quei drammatici giorni di ricovero. L’uomo, che aveva ovvi problemi di comunicazione, è stato alimentato attraverso delle cannule, prima inserire nell’esofago e poi direttamente nello stomaco, in posizione supina. Ovvero proprio la posizione controindicata.

Segnali di incuria

I dottori che lo hanno preso in cura, tra l’altro, pare non si sonoo resi conto dell’entità delle sue ferite, tanto da dimetterlo alcuni giorni più tardi, nonostante avesse il polso ed il femore fratturati e delle gravi lesioni alle vertebre del collo. Ma lo staff interessato dell’Arche lo aveva subito riportato in ospedale il giorno seguente. La corte ha annotato che Joe aveva subito una vistosa perdita di peso, proprio perché non nutrito per tanti giorni. Al ricovero pesava 56 chili, alla morte 44. La mancanza di alimentazione ha aumentato il suo rischio di infezione.


Il monito

I fratelli di Joe, Giovanni e Peter, nell’udienza hanno detto: “Speriamo che la storia di Joe possa servire da monito affinché venga cambiato il modo di curare e assistere le persone che hanno difficoltà nel comunicare il loro stato. La sua morte prematura è il fallimento dell’aMri, che avrebbe dovuto prendersi cura di lui”. Una dirigente dell’ospedale ha ammesso davanti alla corte: “Le cure fornite a Joe sono scese ben al di sotto dei nostri standard e per questo ci scusiamo sinceramente”. Joe Ulleri era nato a Bolton, ma era cresciuto a Manchester. Nell’ultimo periodo, viveva in una struttura assistita, l’Arche di Withington. Sino alla caduta nel febbraio di tre anni fa che ha dato il via a una serie di eventi sfortunati interrotti solo dalla sua morte.

Fonte V.F. – L’Unione Sarda

 

 

Facebooktwitter