Stranieri in terra aliena. Giovani e la comunità

Giovedi 18 ottobre scorso si è conclusa la seconda parte del progetto “Stranieri in terra aliena. Giovani e la comunità“, promosso dalle ACLI Nazionali e dai Giovani delle ACLI, realizzato grazie ai fondi messi a disposizione dall’Agenzia Nazionale per i Giovani con il bando “Cosa vuoi fare da Giovane? Il tuo futuro parte adesso”.

Il progetto ha visto impegnati circa 20 giovani in un percorso di formazione finalizzato a fornire competenze e strumenti per contrastare in modo collaborativo le varie forme di disagio giovanile riscontrate nel proprio territorio. La formazione si è svolta nella sede Nazionale delle ACLI a Roma sotto la guida del dott. Daniele Fapiano che ha guidato i ragazzi nell’utilizzo del “Collaborative Territories Toolkit”, una “cassetta degli attrezzi” open source basata su modelli e buone pratiche in campo di economia collaborativa. In seguito i ragazzi si sono cimentati in una sperimentazione territoriale di circa un mese durante la quale hanno organizzato alcuni incontri per attivare un processo di progettazione partecipata tra cittadinanza, pubblica amministrazione, imprese, residenti e tutti gli attori locali proattivi, utilizzando gli strumenti messi a disposizione del progetto e indentificando quali sono le sfide percepite a livello locale con un focus specifico sul disagio giovanile.

Il referente territoriale delle ACLI provinciali di Cagliari è stato Luca Pillolla, volontario del Servizio Civile Nazionale, che ha organizzato due incontri nel territorio di Cagliari e ha spiegato le basi dell’economia collaborativa facendo da facilitatore nelle fasi di brainstorming. Il primo incontro si è svolto durante l’International Summer School e ha coinvolto alcuni dei ragazzi partecipanti, provenienti da Italia, Albania e Portogallo. Divisi in due gruppi, i ragazzi hanno discusso sulle cause e gli effetti della disoccupazione giovanile e di come l’economia collaborativa potrebbe impattare positivamente su questo problema trasversale a molti territori. Il secondo incontro è stato organizzato nella sede provinciale e ha coinvolto alcuni volontari del SCN, alcuni soci ACLI interessati come privati cittadini in quanto già attivi sul tema, due rappresentanti dell’associazione TDM2000 (associazione impegnata nei programmi di scambio giovanile ed educazione non formale), un rappresentante del gruppo Melqart (gruppo informale di giovani attivi nel territorio) e Benedetta Iannelli, consigliere del Comune di Cagliari. Durante l’incontro i vari partecipanti hanno appreso il metodo di lavoro e hanno aperto una discussione focalizzata sulle sfide percorribili con l’ausilio dell’economia collaborativa localizzate nel territorio di Cagliari e dell’hinterland. La sperimentazione territoriale è stata presentata a Roma nelle giornate del 17 e 18 ottobre e sarà oggetto di analisi per eventuali progetti futuri focalizzati sul disagio giovanile.

Possiamo ritenerci soddisfatti” afferma Giacomo Carta , Coordinatore Nazionale dei Giovani delle Acli, “diciannove giovani dai 18 ai 30 anni, si sono riuniti in un percorso di formazione innovativo, volto alla promozione del talento e della creatività individuale, finalizzato a favorire l‘inclusione di giovani in situazione di disagio sociale. Questo progetto si è posto principalmente l’obiettivo di contrastare il fenomeno del disagio giovanile e al contempo formare dei giovani, sulla co-progettazione e su metodologie innovative per realizzarla. Ai nostri giovani è stata offerta l’opportunità di arricchire il loro bagaglio di competenze trasversali da valorizzare nelle provincie dalle quali provengono coinvolgendo attivamente i ragazzi che vivono una qualche forma di disagio giovanile e gli attori che si impegnano quotidianamente per contrastarlo. È stato bello vedere un gruppo di giovani provenienti da diverse parti d’Italia (16 i territori coinvolti) sperimentarsi e confrontarsi con un metodo di lavoro condiviso. Quello che ci auguriamo è che questo sia un punto di partenza per i giovani, affinché le competenze che hanno acquisito possano contribuire a non farli sentire “stranieri” ma protagonisti attivi nel proprio territorio. Portando avanti questo percorso i ragazzi avranno l’opportunità di sviluppare anche progetti imprenditoriali molto interessanti rafforzando e ampliando la rete che hanno iniziato a costruire con gli enti e le associazioni locali, durante il progetto. Soluzioni di contrasto al disagio concrete e soprattutto durature”.

 

29 ottobre 2018

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